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Il trend della birra analcolica

La birra analcolica sta acquistando sempre più popolarità in Svizzera. Attualmente, circa il 5% di tutte le birre è senza alcol, e la tendenza è in aumento. Le diverse varianti di birra analcolica presenti sul mercato danno luogo a una varietà apprezzata non solo dagli automobilisti.

La birra analcolica può essere prodotta in vari modi. I procedimenti più comuni sono due: il primo consiste nel bloccare la fermentazione prematuramente, rimuovendo il lievito dal mosto in fermentazione non appena si raggiunge lo 0,5 percento in volume di alcol, oppure aggiungendo un lievito che non fermenta gli zuccheri del malto e che quindi interrompe la fermentazione non appena i pochi altri zuccheri fermentabili sono stati convertiti. Nel secondo metodo di produzione, partendo da una birra finita, si procede a rimuovere l’alcol in essa contenuto. Ciò può avvenire o tramite distillazione termica sottovuoto o tramite un sistema di filtrazione: la birra viene fatta passare attraverso una membrana speciale che trattiene solo l’alcol. In linea teorica, si potrebbe produrre una variante analcolica di ogni stile di birra. Attualmente, le birre analcoliche che riscuotono maggior successo sono le Lager e le Weizen (birra di frumento). Altre varianti come le Ale luppolate o le bevande miscelate con birra sono però sempre più richieste.

Birra analcolica: un trend in crescita?
In Germania, il consumo di birre analcoliche è passato dai 2,3 milioni di ettolitri del 2007 agli oltre 6,2 milioni di ettolitri del 2017, pari al 6% dell’intera produzione di birra tedesca. La Svizzera è stata pioniera nel campo delle birre analcoliche: già nel 1908, il birrificio Haldengut aveva prodotto l’analcolica «Perplex». Negli anni Sessanta, diversi birrifici svizzeri immisero sul mercato le varianti analcoliche delle loro birre, raggiungendo ottimi risultati anche a livello di esportazione.
Nel 2021, le birre analcoliche rappresentavano circa il 5% dell’intera produzione di birra. Il moltiplicarsi delle varietà di birra analcolica e la crescita della loro popolarità tra la popolazione faranno senz’altro aumentare ulteriormente questa percentuale. In Germania, la birra analcolica è apprezzata soprattutto dagli sportivi, perché contiene meno calorie e apporta al corpo preziosi nutrimenti essenziali come minerali, vitamine e microelementi. Inoltre, le birre analcoliche sono spesso isotoniche e possono quindi essere facilmente metabolizzate dal corpo.

Ma non è davvero analcolica?!
Anche se esistono birre analcoliche con lo 0,0 percento di alcol in volume, per via dei processi produttivi sopra descritti, alcune birre analcoliche possono contenere un residuo alcolico fino allo 0,5 percento in volume. Una quantità consentita, come specificato all’articolo 2 dell’Ordinanza sulle bevande: «Il tenore di alcool etilico delle bevande analcoliche non deve superare lo 0,5 per cento in volume della bevanda pronta al consumo.» A questo scopo non è nemmeno applicabile il valore di tolleranza di 0,5 vol per l’etichettatura delle bevande alcoliche, il che significa che le birre analcoliche possono contenere effettivamente al massimo lo 0,5 percento di alcol in volume. Tra l’altro, anche in alcuni succhi di frutta, nelle banane o nel pane da toast non tostato è presente alcol. L’alcol residuo presente nelle birre analcoliche, tuttavia, costituisce una quantità talmente piccola da non avere effetti fisiologici sul corpo umano. Lo conferma Daniel Dauwalder, portavoce dell’Ufficio federale della sanità pubblica, che in un’intervista con nau.ch ha confermato: «L’alcol è contenuto nella birra analcolica in quantità talmente esigue che l’UFSP ritiene molto basso il rischio di danni alla salute dovuti all’alcol.» Uno studio dell’Università di Friburgo (D) del 2012 ha dimostrato che il consumo forzato di birre analcoliche non determina cambiamenti nella concentrazione di alcol nel sangue. Lo studio ha inoltre confermato che il consumo di birre analcoliche non dà adito a «prendere in considerazione effetti psicofisici dell’alcol».